AA. VV., Giornata giobertiana, a cura di Giuseppe Riconda e Gianluca Cuozzo. Atti del Convegno organizzato dall’Accademia delle Scienze di Torino, il Dipartimento di Discipline Filosofiche dell’Università degli Studi di Torino e il Centro Studi Filosofico-religiosi Luigi Pareyson (20 novembre 1998), Torino, Trauben, 2000, Collana del Centro Studi Filosofico-religiosi Luigi Pareyson. Biblioteca di Filosofia, Atti e Quaderni, n. 1, pp. 336, £. 35.000

Il convegno a cui i presenti Atti fanno riferimento, promosso dal Centro Studi filosofico-religiosi “ L. Pareyson” – cui si sono associati l’Accademia delle Scienze e l’Università di Torino, sotto il patrocinio del Comune di Torino e dalla Regione Piemonte – intendeva offrire un bilancio preventivo dello stato odierno degli studi giobertiani: essi, a prescindere dall’apparizione sporadica di qualche volume nella Edizione Nazionale, a prima vista difatti apparivano, se non del tutto abbandonati, certamente languire da circa un ventennio. L’ambizione, se così si può definire, era quella di promuovere, su questa base, una ripresa degli studi giobertiani a largo respiro, che toccasse tutti i versanti della sua produzione intellettuale: sia la filosofia speculativa di Gioberti, sia i suoi studi storico-politici.
Entrambi gli obiettivi, senza alcun trionfalismo, a distanza dei due anni trascorsi dalla realizzazione del convegno, possono dirsi ampiamente raggiunti: per rendersene conto, oltre al tenore dei saggi qui raccolti (che di per sé è già cosa notevole), basterebbe rivolgersi al nascente clima culturale nazionale che, oltre all’indubbia considerazione che ha rivolto una volta di più ad Antonio Rosmini, sembra accostarsi – seppur ancora timidamente – con rinnovato interesse e senza pregiudizi ideologici anche alla figura del filosofo torinese. Nel clima di questa nuova sensibilità generale per il pensiero filosofico del Risorgimento italiano – come testimoniano alcuni fra i maggiori quotidiani nazionali da circa un anno e mezzo, anche con articoli dedicati espressamente al Gioberti politico – spiccano, a proposito di Gioberti, le seguenti iniziative: l’Edizione Nazionale giobertiana (come Marco M. Olivetti dichiara in nota al suo intervento dedicato proprio alle varie fortune dell’Edizione Nazionale, in stretta dipendenza da una ricostruzione storica delle alterne vicende dell’Istituto di Studi Filosofici “Enrico Castelli “, promotore di quell’edizione) riprenderà presto con una vera e propria edizione critica; Luciano Malusa (che in questa sede ha contribuito alla chiarificazione degli intricati rapporti tra Gioberti, Rosmini e la Compagnia di Gesù) in collaborazione con altri studiosi, è impegnato nella ricerca e nella pubblicazione degli Atti della condanna giobertiana; Francesco Mercadante (intervenuto egli pure sul problema dell’”antigesuitisimo” di Gioberti, prendendo però come spunto il complesso rapporto del filosofo torinese con il Padre, Curci), si sta prodigando affinché, nel 2001 venga celebrato il secondo centenario della nascita di Gioberti, chiamando, a raccolta intorno a questo progetto alcune fra le, più prestigiose associazioni filosofiche e culturali italiane. In ultimo, ammettendo però che qualche iniziativa in fieri ci sia potuta sfuggire, lo stesso Centro Studi Luigi Pareyson da tempo agisce su due fronti distinti: da un lato promuovendo nuovi studi giobertiani, dall’altro favorendo la pubblicazione di alcuni scritti inediti di Gioberti, in particolare la sua quarta grande opera postuma, la cosiddetta “Teologia infinitesimale” (di cui il saggio di Gianluca Cuozzo delinea in linea generale i contenuti ed i rapporti imprescindibili con la Protologia giobertiana). Tutto questo, se paragonato allo stato antecedente al convegno, non ci sembra veramente poca cosa.
L’apertura del Convegno è stata affidata a Pietro Rossi, che, come rappresentante del Presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino e direttore della Classe di Scienze morali, ha brevemente rievocato l’elezione di Vincenzo Gioberti a socio dell’Accademia.
I contributi qui raccolti non restituiscono al lettore l’ordine originario degli interventi; si è difatti scelto come filo conduttore una netta demarcazione tra i vari ambiti d’interesse, sempre relativi a Gioberti, dei contributi dei singoli autori.
Dopo la relazione introduttiva di Pietro Prini, dedicata all’idea di creazione di Gioberti ed al confronto del filosofo torinese con A. Rosmini, abbiamo così una prima sezione storico-politica, a cui già si è fatto riferimento nel citare le relazioni di Malusa, Olivetti e Mercadante; non rimane quindi che ricordare l’intervento di Francesco Traniello, che ha concentrato i suoi studi intorno al ruolo di Gioberti (come uomo politico e come autore di una complessa filosofia politica) nel ’48.
Viene poi una sezione filosofico-teoretica, cui appartengono, oltre il saggio di Cuozzo già citato, altri tre contributi: quello di Giuseppe Riconda, Presidente del Centro Studi filosofico-religiosi “Luigi Pareyson “, che ha illustrato – nel mostrare i validi motivi per cui un tale convegno fosse tenuto a Torino -, la discussione del pensiero giobertiano nell’ambito della filosofia torinese del novecento; quello di Giorgio Derossi, che ha analizzato il ruolo di alcuni filosofemi giobertiani – comee parola, visione ed idea – soprattutto in rapporto alla cultura filosofica e scientifica odierna,- infine quello di Alessandro Cortese, che consiste in un’ampia riflessione sulle implicazioni logico-goseologiche dell’idea giobertiana di creazione.
L’ultima sezione, dedicata a Gioberti e al giobertismo in America (di Dario Caroniti) e in Russia (di Roberto Salizzoni), offre al lettore risultati impossibili da sintetizzare, certamente significativi: forse varrebbe la pena ripartire da qui per confutare l’accusa rivolta a Gioberti dai suoi detrattori, una volta venuta meno ogni tesi relativa alla “circolazione europea del pensiero” (B. Spaventa), di essere tutto sommato un pensatore “provinciale “: infatti, sulla base di questi ultimi contributi, è riscontrabile un’influenza di Gioberti su certe correnti del costituzionalismo americano e sulla filosofia religiosa e sulla critica dell’idealismo tedesco in Russia.
Quest’ultima sezione ha poi la propria prosecuzione in un’appendice di testi, inediti in Italia, tratti dalle opere di O. A Brownson e di V. Ern, autori al centro delle analisi dei rispettivi interventi summenzionati

G.R. e G.C.


Indice

11Pietro Rossi, Apertura dei convegno
Relazione introduttiva:
15Pietro PriniL’idea di creazione in Gioberti e la ‘dotta barbarie dei moderni’
I. Sezione storico-politica
25Francesco MercadanteI Prolegomeni nella ‘Risposta’ di Carlo M. Curci. Fatti ed antefatti dell”opposizione cattolica’
37Luciano MalusaAlcune considerazioni sulle polemiche antigesuitiche di Gioberti
1. Premesse metodologiche; 2. La Compagnia di Gesù dopo la ricostruzione; 3. Gioberti e la Compagnia di Gesù contro Rosmini: 4.Gioberti e Rosmini: due progetti per l’Italia a confronto; 6. L’epilogo: la condanna congiunta del Gesuita moderno e delle Cinque piaghe.
69Francesco TranielloErmeneutica giobertiana del Quarantotto
89Marco M. OlivettiL’edizione nazionale giobertiana e l’attività culturale di Enrico Castelli
II. Sezione filosofico-teoretica
109Giuseppe RicondaGioberti e la filosofia torinese del 900
I. Una cultura savoiardo-piemontese. 2.Mazzantini e Guzzo. 3. Pareyson e Del Noce.
123Giorgio Derossi, Parola, visione, idea nella teorica giobertiana
133Gianluca CuozzoProtologia e palingenesia nel pensiero di Vincenzo Gioberti
1. Il ‘grande e divino esperimento della creazione’: la ‘frammentazione primitiva’ dei Logos; 2. ‘L’Ente crea l’esistente’: la ‘teorica infinitesimale’ dell’atto creativo; 3. ‘L’esistente torna all’Ente’: la ternporalità immanente del ‘progresso palingenesiaco’; 4. Il mondo ‘a più dimensioni’: angelologia e demonologia.
159Alessandro CorteseDel principio di creazione
1. Posizione dell’argornento: la filosofia ridotta ‘al problema della creazione’; 1. 1. Il termine incognito ‘creazione’ nell’analisi operata dalla filosofia; 1.1.2. Apologia di una lettura logico-formale della ‘formola ideale’; 1.2. Delle fonti dell’argomento nell’opera del Gioberti; 1.3. La ‘formola ideale’ e la filosofia moderna: dalla frammentarietà ai luoghi comuni. Il caso Leibniz 1.3.1. Leibniz ‘filosofo ortodosso’, fonte autentica della ‘formola ideale’?; 1.3.1.1. Cenno sulla relazione tra sistema e sottoinsiemi leibniziani; 1.3.1.2. Dal sistema logico leibniziano a una lettura speculativa dei Gioberti; 1.3.2. Nota. Sulla letteratura e la critica testuale giobertiane
III. Gioberti e il ‘giobertismo’ tra America e Russia
 
219Dario CaronitiOntologismo e giobertisimo in America
243Roberto SalizzoniLa ricezione di Gioberti in Russia. Vladimir Ern
1. Stilla strada dell’Italia; 2. La figura, la formazione e l’opera di Ern; 3. La militanza politica, religiosa e culturale; 4. L’interpretazione di Gioberti, 5. Una fortuna mancata.
Appendice
 
269Brani scelti da Orestes Augustus BrownsonThe Giobertian Philosophy (La filosofia giobertiana), opera pubblicata per la prima volta nella “Brownson’s Quarterly Review”, 1864 (trad. di D. Caroniti).
327Brani scelti da Vladimir Ern, Filosofija Džoberti (La filosofia di Gioberti), Mosca, Put’, 1916 (trad. di R. Salizzoni).