Federico Vercellone, Morfologie del moderno. Saggi di ermeneutica dell’immagine, Torino, Trauben, 2002, Collana del Centro Studi Filosofico-religiosi Luigi Pareyson. Biblioteca di Filosofia, Saggi, n. 3, pp. 159, € 15,50. 

Qualora questo libro fosse veramente venuto a capo dei suoi propositi, s’intitolerebbe diversamente: Ermeneutica e morfologia. Trattandosi di una raccolta di saggi che copre l’arco di circa un decennio, e che concernono per lo più l’ermeneutica dell’immagine, si è invece voluto intitolarlo Morfologie del moderno, a indicare la preoccupazione teorica fondamentale che li impegna, e cioè – in breve – l’idea che l’ermeneutica derivi dalla traumatica fine della teleologia della natura. In questa prospettiva l’ermeneutica introduce un’altra finalità rispetto alla teleologia naturale e all’organizzazione evidente del senso che le è implicita, trasponendosi così in un territorio che è quello della ricostruzione del senso medesimo. Si tratta di una problematica che deriva dal pensiero postkantiano, e che esibisce la sua attualità anche e forse soprattutto nell’ambito della riflessione contemporanea. In forza di questa motivazione, i testi che qui si presentano contemplano uno spettro tematico vasto, ma in realtà unitario. Essi vanno dal romanticismo tedesco e dalle problematiche figurative in esso implicite sino a Nietzsche e all’estetica novecentesca. Si conclude con una tesi sibillina, provvisoria e forse paradossale che ha, tuttavia, a che fare con gli inizi del discorso: Soggetto senza predicato. Riemerge qui l’influsso platonico sul moderno, affiora in particolare l’idea del tempo come immagine mobile dell’eternità.

Federico Vercellone (Torino, 1955) è professore straordinario di Estetica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Udine. È autore, fra l’altro dei volumi: Identità dell’antico. L’idea del classico nella cultura tedesca del primo Ottocento, Torino, Rosenberg & Sellier, 1988; Apparenza e interpretazione, Milano, Guerini, 1989; Pervasività dell’arte, ivi, 1990; Introduzione al nichilismo, Roma Bari Laterza, 1992; Nature del tempo. Novalis e la forma poetica del romanticismo tedesco, Milano, Guerini, 1998; Estetica dell’Ottocento, Bologna, Il Mulino, 1999.

Recensione


Indice

Presentazione 7
Avvertenza
Abbreviazioni

Sezione I
Romanticismo e morfologia
 

1. Il romanticismo tedesco: un’ontologia del sublime? 15
2. Note sull’immaginazione trascendentale nel primo Fichte 33
3. Caos e morfogenesi nel romanticismo tedesco 53
4. L’utopia del visibile. Un’ermeneutica dell’immagine a partire dalla Romantik 63
5. Composizione dell’infinito: Goethe e Novalis 79
6. Archeologia della natura e teleologia dell’essere. Da Goethe a Klee 87
7. Perché il Laocoonte non grida? Sulla storia di un detto 99

Sezione II
Teleologia del moderno
 

8. Nietzsche e la Moderne cristiana 115
9. Forma ed estetismo. La Torino di Gobetti e di Lionello Venturi 133
10. Merce come ornamento 145
11. Soggetto senza predicato 153