Luigi Pareyson, Verità e interpretazione, a cura di G. Riconda, vol. 15 delle “Opere Complete di Luigi Pareyson”, Milano, Mursia, 2005

Prassismo e tecnicismo sono oggi le concezioni più diffuse, ma anche le più pericolose, perché attestano quella crisi della filosofia che porta con sé, fra l’altro, la superstizione scientifica, il fanatismo religioso, il trionfo dell’ideologia, tutti effetti della strumentalizzazione del pensiero. In questa situazione il compito del filosofo è di richiamare il pensiero alla sua originaria dimensione «ontologica» e alla sua autentica funzione di verità. Ma la verità dev’essere concepita in modo veramente critico, che la renda plausibile all’uomo d’oggi, immersa nella storia, restia a offrirsi alla mera contemplazione, accessibile a una pluralità di prospettive, eppure ben salda nella sua ulteriorità senza figura, che le permette di esigere un impegno totale senza annullarsi nella pura prassi e di moltiplicarsi infinitamente senza svanire nel relativismo. Solo il concetto di «interpretazione» è in grado di soddisfare così opposte esigenze: in questo punto l’autore, che presenta qui i risultati delle sue approfondite meditazioni su questo concetto, si trova direttamente inserito nel mezzo del dibattito filosofico attuale, particolarmente impegnato in questo problema. Esistenzialismo, marxismo, psicoanalisi, neopositivismo, scienze umane, ideologia, rivoluzione, tradizione, prassi, tecnica, comunicazione, demitizzazione: tutte le correnti più importanti e i problemi più urgenti del mondo d’oggi sono affrontati nella serrata e animata discussione di questo libro, che è frutto a un tempo di una rigorosa meditazione filosofica e di una decisa e spesso polemica presa di posizione.

Recensione


Indice

Prefazione 7

INTRODUZIONE

PENSIERO ESPRESSIVO E PENSIERO RIVELATIVO

  1. Considerazione storicistica e discussione speculativa 15
  2. Espressione del tempo e rivelazione della verità 17
  3. Caratteri del pensiero che disconosce il vincolo di persona e verità 19
  4. Discorso criptico e discorso semantico: demistificazione e interpretazione 21
  5. Inoggettivabilità della verità 24 
  6. Non il misticismo dell’ineffabile, ma l’ontologia dell’inesauribile 27 
  7. Fallimento della demitizzazione: irrazionalismo della ragione senza verità 28
  8. Servitú nel pensiero tecnico e libertà nel pensiero rivelativo 30
     

PARTE PRIMA

VERITÀ E STORIA

I. VALORI PERMANENTI E PROCESSO STORICO

  1. Insufficienza dello storicismo e dell’empirismo, caratteristici della cultura odierna 35
  2. Storicità dei valori e durevolezza storica 38
  3. Oltre i valori e oltre la durevolezza: la presenza dell’essere 40 
  4. L’inesauribilità dell’essere come fondamento della sua presenza e ulteriorità nelle forme storiche 43 
  5. Le forme storiche come interpretazioni dell’essere: eliminazione del relativismo 44
  6. Originarietà della tradizione 46
  7. Rigenerazione e rivoluzione 48
  8. Essere e libertà 50

II. ORIGINARIETÀ DELL’INTERPRETAZIONE

  1. Rapporto con l’essere e interpretazione della verità: ontologia ed ermeneutica 53
  2. Nell’interpretazione aspetto storico e aspetto rivelativo sono coessenziali 54
  3. Carattere non soggettivistico né approssimativo dell’interpretazione 56
  4. Impossibilità di distinguere nell’interpretazione un aspetto caduco e un nucleo permanente 58
  5. L’unicità della verità e la molteplicità delle sue formulazioni sono inseparabili 60
  6. La formulazione della verità è interpretazione, non surrogazione di essa: non monopolio né travestimento 62
  7. Falso dilemma fra l’unicità della verità e la molteplicità delle sue formulazioni 66
  8. Carattere ermeneutico del rapporto fra la verità e la sua formulazione 68
  9. L’interpretazione non è rapporto di soggetto e oggetto 70
  10. L’interpretazione non è rapporto di contenuto e forma o di virtualità e sviluppo 73
  11. L’interpretazione non implica un rapporto di parti e tutto: insufficienza dell’integrazione e dell’esplicitazione 75
  12. Statuto dell’interpretazione 81
  13. Conseguenze della personalità dell’interpretazione 83
  14. Conseguenze dell’ulteriorità della verità 88

PARTE SECONDA

VERITÀ E IDEOLOGIA

 I. FILOSOFIA E IDEOLOGIA

  1. Pensiero espressivo e pensiero rivelativo 93
  2. Storicizzazione del pensiero nell’ideologia 94
  3. Tecnicizzazione della ragione nell’ideologia 96
  4. Inseparabilità dell’aspetto storico e dell’aspetto rivelativo nel pensiero ontologico: verità e interpretazione 99
  5. Unità originaria di teoria e prassi nel pensiero ontologico: essere e testimonianza 103
  6. Falsa coscienza e mistificazione nel pensiero ideologico 107
  7. Falsificazione del tempo nel pensiero ideologico 111
  8. Esplicitazione completa del sottinteso e infinita interpretazione dell’implicito 114
  9. Il problema della fine delle lotte ideologiche non è risolto né dallo storicismo sociologico né dal materialismo storico 118
  10. La tecnicizzazione del pensiero aumentata dalla fine della lotta delle ideologie 120
  11. Solo la filosofia come custode della verità rende possibile il dialogo 122


II. DESTINO DELL’IDEOLOGIA

  1. Equivocità del significato neutro o positivo dell’ideologia 127
  2. Il problema della distinzione concreta fra ideologia e filosofia 130
  3. Deliberata confusione di filosofia e ideologia 133
  4. Carattere non filosofico dell’ideologia 136
  5. Weltanschauung, filosofia, ideologia 138
  6. Realtà positiva del male e dell’errore 141
  7. Irrimediabile negatività dell’ideologia 143
  8. Aspetti falsamente positivi dell’ideologia e loro denuncia 145
  9. Carattere non ideologico della filosofia 149
  10. Concretezza della filosofia autentica 152
  11. Differenza fra carattere storico e carattere ideologico del pensiero 155
  12. Unicità della verità e pluralità, ma non parzialità, delle filosofie 158
  13. Il problema dell’ontologia negativa: ineffabilità o inesauribilità 161
  14. Il pensiero rivelativo unico mediatore fra la verità e il tempo:necessità della filosofia tra religione e politica 165
  15. Efficacia razionale della filosofia, non dell’ideologia: teoria e prassi 171
  16. Inevitabilità dell’impegno morale, non di quello ideologico 174
  17. Il filosofo e la politica 177
  18. Insufficienza della mutua subordinazione di filosofia e politica 180
  19. Originarietà della pratica 184

PARTE TERZA

VERITÀ E FILOSOFIA

I. NECESSITÀ DELLA FILOSOFIA

  1. Scienza e religione pretendono di soppiantare la filosofia 191
  2. Arte e politica pretendono di surrogare la filosofia 193
  3. La filosofia segnando i limiti della scienza la mantiene nella sua natura 194
  4. Solo la filosofia garantisce la reciproca indipendenza di filosofia e religione 197
  5. Degenerazione dell’arte e della politica senza la filosofia 199
  6. Per troppa critica la filosofia dichiara la propria fine 200
  7. Crisi della filosofia come rinuncia alla verità 203
  8. Alternativa fra verità e tecnica 205
  9. La filosofia come coscienza del rapporto ontologico e il problema del linguaggio filosofico 208
  10. Efficacia della filosofia come recupero della verità 209

II. FILOSOFIA E SENSO COMUNE

  1. Esempi di rapporti fra senso comune e filosofia 211
  2. Ambiguità del senso comune, preso fra un’esigenza di universalità e un destino di storicità 213
  3. Insulsaggine e presunzione del senso comune separato dalla filosofia 216
  4. Impossibilità di abbandonare la filosofia al senso comune 218
  5. Rigore del sapere filosofico 219 
  6. La filosofia come problematizzazione dell’esperienza e dello stesso senso comune 221 
  7. Il senso comune come oggetto della filosofia è il rapporto ontologico originario 224
  8. Inseparabilità di universalità e storicità nel senso comune 226
  9. Solo la verità accomuna senza spersonalizzare 228 
  10. L’identità di teoria e prassi non può essere che originaria 231
  11. Collaborazione profonda di senso comune e filosofia  232
     

Citazioni e riferimenti 237
 

Indice dei nomi 255