Thomas Metzinger, Coscienza e fenomenologia del sé, a cura di Ugo Perone, Torino, Rosenberg & Sellier, 2015, pp. 160, € 16,00

Nella prospettiva che Metzinger difende nelle lezioni raccolte in questo volume, l’io, come scrive nell’introduzione Alfredo Paternoster, «viene a configurarsi come nulla di più di un’utile recita, una sorta di allucinazione, costruita però con materiali genuini». Sullo sfondo dell’eredità di Hume, ripresa oggi da Dennett, Metzinger delinea un ampio programma di ricerca, anche empirica, inteso a mostrare come si pervenga a una rappresentazione del sé; tale rappresentazione tuttavia non attesta l’esistenza di qualcosa come una coscienza.

Thomas Metzinger (1958) è ordinario di filosofia teoretica all’Università di Manz. Di impostazione analitica, si occupa dei problemi della formazione della coscienza. Coordina gruppi di lavoro che coinvolgono neuroscienziati e filosofi, ritenendo fondamentale, per lo sviluppo della scienza cognitiva , interdisciplinarietà della ricerca. Tra le sue opere principali ricordiamo Being No One. The Self-model of Subjectivity, 2003.


Indice

Ugo Perone, Premessa  7
Alfredo Paternoster, Introduzione  9
 
1.  I contenuti minimi della coscienza fenomenica.
     Contro la concezione tradizionale dei qualia  17
2.  Essere nessuno: un compendio  46
3.  Prospettive empiriche nella ricerca sul sé e la coscienza  94
4.  Dalla neuroetica all’etica della coscienza  131
Appendice. Spiritualità e onestà intellettuale  139